Colpito da un infarto, turista salvato da bagnini WELA e medici in vacanza

L’«equipe speciale» in riva al mare: rianimato dai due operatoriCorriere del Veneto (Venezia e Mestre)

30.06.2021 Corriere del Veneto. JESOLO Un infermiere sotto un ombrellone, un medico anestesista su un lettino in prima fila, una turista svizzera come traduttrice e due bagnini ben addestrati. Ieri mattina una «equipe» speciale formata dal caso tra i bagnanti del consorzio ……. di Jesolo ha salvato la vita ad un turista austriaco colto da infarto al suo primo giorno di vacanza. Dopo aver raggiunto l’albergo di piazza Marina scelto per la villeggiatura, aver fatto il check-in e sistemato le proprie cose in camera, marito e moglie sono scesi in spiaggia. Erano da poco passate le 9, l’uomo non ha dimestichezza con l’ombrellone e così risale per chiedere l’aiuto di un addetto del consorzio. Tornato al posto, però, accusa un malore. La moglie capisce subito la gravità della situazione e grida in cerca di un qualsiasi aiuto. In un istante un infermiere seduto sullo sdraio accanto si getta verso di lui.

«Lo ha steso a terra, gli ha fatto un cuscino con un asciugamano e ha iniziato il massaggio cardiaco», raccontano alcuni bagnanti. Uno di loro corre alla torretta e allerta i bagnini di salvataggio, che in quel tratto di arenile è gestita dalla ditta Wela. «Ho preso il defibrillatore e il pallone autoespandile, l’Ambu, e ho sceso le scale», racconta Enrico Tomasella. In quei pochi istanti il collega di torretta, Emanuele Lunari, si è già lanciato tra gli ombrelloni per raggiungere il 78enne. «Saltava i lettini come fossero ostacoli», racconta una bagnante. “Non è il mio primo intervento, so che il tempismo è tutto», commenta lui. Nel frattempo il turista perde conoscenza. Lunari procede con la rianimazione cardiaca e non appena Tomasella lo raggiunge collegano il defibrillatore al petto del turista. «Lo strumento diceva che non era necessaria la scarica — riprende quest’ultimo — e così abbiamo continuato con la rianimazione e usato l’Ambu, che sostituisce il bocca a bocca impraticabile con il Covid». In questi istanti critici e delicatissimi i bagnini non sono soli. Stesa su un lettino in prima fila c’è la dottoressa ……….., medico anestesista dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. È in vacanza anche lei ma non esita un istante e va a dare il proprio contributo, che si rivelerà fondamentale.«Ho assistito alle manovre respiratorie e con l’ossigeno, ma non è servito defibrillare — spiega —. Dopo tre cicli di massaggio cardiaco il signore ha ripreso polso e a respirare in maniera autonoma».

Nel frattempo la direzione del consorzio ha allertato i sanitari del Suem 118 , partiti a sirene spigate dall’ospedale di Jesolo. In quei pochi minuti il 78enne ha ricominciato anche a parlare, ma non conosce l’italiano). Ecco che un’altra turista, una giovane svizzera ha fatto la traduttrice tra l’uomo, i bagnini, la dottoressa e i sanitari che nel frattempo lo caricano in ambulanza e volano verso il nosocomio di San Donà dopo averlo stabilizzato.